La Lega latina.
La tradizione dice che dopo la cacciata, Tarquinio il Superbo, chiese aiuto a Porsenna, lucumone di Chiusi; questo assediò Roma ma fu respinto grazie all’eroismo di Orazio Coclite e Muzio Scevola. Secondo Tacito, invece, Tarquinio il Superbo viene cacciato proprio da Porsenna, che si impadronisce di Roma, ma, sconfitto dai Latini nella battaglia di Aricia nel 504 a.C., lascia Roma e le città latine.
Tutte questi fatti sono da attribuire più alla leggenda che alla storia, gli storici convengono sullo svolgimento effettivo della battaglia di Aricia, la quale portò al ritiro degli Etruschi al di là del Tevere, lasciando libere le città latine e Roma dagli Etruschi.
Il trattato di pace tra Latini e Romani.
Dopo il ritiro degli Etruschi, Roma si rinforza, suscitando, così, l’allarme delle popolazioni limitrofe. Per contrastare la potenza crescente di Roma, queste popolazioni, si riuniscono nella Lega Latina, che nel 496 si scontra con Roma nella battaglia del Lago Regillo (vicino Frascati) da cui esce vittoriosa Roma. Dopo questa sconfitta i Latini devono sottoscivere un trattato di pace, il Foedus Cassianum, preparato dal console romano Spurio Cassio, con cui veniva stretta un’alleanza difensiva tra Roma e le città vicine, di cui si può trovare menzione negli scritti dello storico greco Dionigi di Alicarnasso: “La pace regnerà tra Roma e le città latine, finchè esisteranno il cielo e la terra. Esse non si faranno guerra, nè chiederanno aiuti militari esterni, nè lasceranno penetrare eserciti nemici sui loro territori. Se uno degli alleati sarà attaccato, gli altri lo aiuteranno con tutte le loro forze e si divideranno in parti uguali il bottino. Eventuali dissensi che dovessero insorgere verranno composti diplomaticamente entro dieci giorni. Le clausole di questo trattato non potranno essere modificate se non con l’accordo unanime di tutte le parti interessate.” Al Foedus Cassianum aderisce, più tardi, anche la popolazione degli Ernici.
Grazie a questo trattato le popolazioni laziali vivono in sicurezza, per circa cinquant’anni, dalle scorrerie di due popolazioni gli Equi, stanziati nei pressi dei Monti Albani, e i Volsci, stanziati a Velletri.
La guerra contro Veio.
A meno di venti km di distanza da Roma sorgeva la potente città etrusca di Veio. Il contrasto fra Roma e Veio sorge per due fattori fondamentali:
- le saline lungo le coste e le foreste sulla riva del Tevere, importante per il legname adatto per la costruzione di navi;
- controllo, da parte di Veio, della via Salaria (strada con cui da Ostia all’Appennino veniva trasportato il sale dai mercanti) e del Tevere (su cui navigavano i barconi che trasportavano grano).
Scopo di Roma fu quello di rompere questa chiusura territoriale per avere libera espansione politica ed essere indipendente sotto il punto di vista della sopravvivenza.
Le truppe romane assediano Veio per un lungo periodo, fino a quando, nel 396, espugnano la città, distruggendola sotto il comando di Furio Camillo.
Questo segna l’inizio del predominio romano in Italia centrale con importanti conseguenze politiche:
- è la prima volta che Roma, senza l’aiuto della Lega Latina, provvede all’annessione diretta di vasti territoriche diventano proprietà dello stato (ager publicus) e li assegna ai soldati romani a compenso per il lungo e gravoso servizio militare;
- nessuna città etrusca viene in soccorso di Veio, questo mette in risalto la debolezza dei legami politici tra le città etrusche;
- Roma si ritrova senza minacce dal Nord dell’Italia, quindi, può pensare ad un’espansione verso la parte meridionale della penisola.